Blog | C'era una volta la Sinistra, che adesso ama fare la destra (e viceversa)
- Manuel De Maria
- 17 apr 2021
- Tempo di lettura: 3 min
Dal PCI al Partito Democratico. La sinistra che perde campo fra i giovani e i lavoratori e che si vede sostituita dalla destra
Sono passati quasi 40 anni dalla morte di colui che viene considerato l'ultimo vero leader della sinistra italiana. Quella sinistra figlia delle sconfitte durante il fascismo e delle riconquiste (all'ombra della Democrazia Cristiana) nel dopoguerra. Dal distacco del comunismo sovietico, alla vicinanza alla classe operaia.
Di quella sinistra oggi non è rimasto più nulla, ma a dir la verità, in storia politica moderna, non si vede un leader da un bel po'. Dopo la scissione del PCI, le spaccature interne all'interno dell'ala a sinistra del Parlamento si sono susseguite, vedendo più scontri tra le fila degli stessi partiti che con gli avversari di destra.
Nei primi anni duemila abbiamo avuto la nascita dell'Ulivo e di Unione, che vedevano come leader Romano Prodi ma, dopo l'ennesima faida interna, abbiamo smesso definitivamente di parlare di sinistra. Dalla nascita del Partito Democratico, infatti, è stata fatta fuori la parte più radicale ed è stata inglobata quella più centrista, sino ad arrivare all'ala più liberale (e dell'era più buia) del Partito guidato da Renzi (che, di fatto, adesso si ritrova esattamente al centro, pronto a dialogare con destra e sinistra).
Via vai negli anni il Partito Democratico si è affermato la prima forza del centro-sinistra, ottenendo anche ottimi risultati (40% alle europee del 2014) ma sgretolandosi e perdendo terreno fino al 17% di oggi. Fu proprio Renzi il maggior problema del PD. Durante gli anni della sua segreteria personaggi del calibro di Bersani si staccarono dalla bolla Renzi (nella quale siamo caduti un po' tutti, me compreso) per creare i partiti che oggi prendono forma all'interno della maggioranza: Articolo 1, Liberi e Uguali, Sinistra Italiana.
Ma perché il Partito Democratico non sembra più sfondare il muro dell'elettorato di sinistra?
Fondamentalmente, ciò su cui dovrebbe investire il PD sembra essere trascurato: i giovani, da sempre cuore pulsante della sinistra, e la classe operaia, la classe lavoratrice che rappresenta un grande tessuto socio economico del paese. Non raramente sentiamo molte lamentele dall'area dell'elettorato di sinistra (compreso me): il PD NON è un partito di sinistra e forse non è mai voluto esserlo, un po' perché i tempi cambiano, così come le esigenze di una nazione, sia perché, ad oggi, non mi risulta che il PD sia davvero "dalla parte delle persone". Se pur è vero che nel partito si è inclini a difendere le minoranzie, le uguaglianze sociali e l'abbattimento di ideologie puramente sorpassate, è pur vero che la forza che dovrebbe essere dalla parte del cittadino al momento si trova confusa su più fronti e che neanche le segreterie di Zingaretti e adesso Letta riescono a sistemare. D'altronde, convivere con le anime renziane non è e non sarà facile almeno fino alla prossima legislatura.
A niente servono le fratture dei partiti monocifra all'interno della vera sinistra. Una nota d'onore la spenderei per LeU, una promessa che mi auguro possa andare avanti col tempo.
E la destra?
La destra, quella delle imprese, del primato nazionale e del "prima gli italiani" si sta (falsamente) trasformando in quello che dovrebbe fare la sinistra. Star vicina ai cittadini, essere nei territori e parlare con le persone. Il merito lo do anche al sistema di comunicazione che a sinistra arranca, a destra invece fa uso di notizie fatte ad hoc per il cittadino medio che, non credente più nell'operato della politica, si affida al primo leader che dice ciò che vuol sentirsi dire. E' una destra che fa finta di essere dalla parte dei lavoratori e che si riduce ad essere dalla parte di pochi eletti, una destra che velatamente modifica la realtà per eliminare le uguaglianze e favorire l'odio in nome del buon senso e della difesa dei confini. E' la destra che parla alla pancia delle persone e che, tremendamente, ci sta riuscendo. Fa tremendamente preoccupare l'ascesa di Fratelli d'Italia, un partito a vocazione sicuramente di estrema destra, che compete direttamente con la Lega di Salvini. E finché ci sarà Berlusconi potremo ancora parlare di centro-destra. Poi c'è il liberi tutti. A quel punto è meglio che la sinistra si rimbocchi le maniche e torni a fare la sinistra. L'ascesa implosiva della destra finirà quando qualcuno avrà fatto i propri interessi, ma francamente non sarà il Partito Democratico a fermare tutto ciò.
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