
La finta battaglia patriottica del sovranismo
- Manuel De Maria
- 23 lug 2020
- Tempo di lettura: 3 min
Il Consiglio Europeo di Bruxelles si è concluso da pochi giorni, con un buonissimo risultato portato a casa dal Presidente Conte e la sua maggioranza. Eppure, c'è qualcuno, anche oltre le nostre Alpi, che ritiene che questi risultati non siano giusti. I principali esponenti sovranisti europei, infatti, hanno fatto parlare di sé alcuni giorni prima del Consiglio.
Chi sono i sovranisti
Il sovranismo si auto esplicita: fare valere la sovranità nazionale, perlomeno in alcuni ambiti, è l'assoluta priorità dei vari gruppi che compongono i Parlamentari nazionali e, in particolar modo, quello Europeo. Nell'ultimo periodo (in particolare in occasione delle ultime Europee del 2019) si sta facendo strada proprio questo tipo di identità politica che ha avuto come massimo risultato quello della Brexit nel 2016. In parole povere, dunque, l'interesse principe dei sovranisti è quello di far prevalere gli interessi della propria nazione sulle altre, annullando di fatto i principali pilastri dell'Unione Europea. Ma perché va così di moda e dove sbaglia il sovranismo?
Il sovranismo perde la sua partita in casa
In Italia il sovranista più conosciuto è il leader della Lega, Matteo Salvini, che è a capo anche del gruppo Europeo che vede tra esso il partito della sovranista francese Marine Le Pen e tra gli altri anche il famoso Alternative für Deutschland. Ma guardiamo un momento in casa nostra: da sempre Matteo Salvini ha espresso la sua intenzione di uscire dall'euro zona (posizione che, per altro, sta pesantemente rivalutando per esigenze politiche), non valutando però le conseguenze. Un primo problema, è quello del valore di una ipotetica valuta nazionale: in un mercato dove le monete più forti sono estremamente allineate e un mercato agguerrito giorno dopo l'altro, quanto resisterebbe una debolissima lira italiana che, per altro, a fine vita aveva come rapporto 1:2000 circa con l'euro? Altro problema, conseguente a questo. Come si estinguerebbe il debito pubblico, che schizzerebbe alle stelle e che con la debolezza monetaria non vedrebbe soluzioni risolutive? Infine, quale credibilità avrebbe l'Italia agli investitori presentandosi con una moneta sovrana e nazionale ma estremamente svalutata rispetto alle sue dirette concorrenti? A tutte queste domande Salvini non ha mai dato risposta. Non basta rivendicare un periodo storico in cui i nostri genitori e nonni vivevano bene, ma che ha portato inevitabilmente all'indebitamento del nostro paese. Servono soluzioni concrete che diano sicurezza ai mercati. E l'esempio Regno Unito non regge. La Sterlina è da sempre stata più forte dell'euro e comunque il suo valore è sceso dopo la Brexit. Sottolineiamo un altro aspetto: un sovranismo feroce contro l'Unione Europea quanto può risultare credibile nel momento in cui il paese di cui si fa parte chiede denaro? Il sovranismo, salvaguardando gli aspetti essenziali del proprio paese, si contraddice quando per fare il bene del paese ha bisogno di un aiuto da un'entità da cui vuole distaccarsi. C'è un problema evidente in mezzo, e la linea che divide si chiama fallimento del sovranismo
Il sovranismo italiano tradito dal sovranismo europeo
Concludiamo con l'aspetto sottolineato in apertura: in occasione dell'ultimo Consiglio Europeo. Uno dei leader sovranisti europei, in particolare, si è messo in luce : Geert Wilders, leader sovranista olandese che come testimoniato dall'immagine in basso, così recitava: Non un centesimo all'Italia

È questo il paradosso più grande del sovranismo: un leader che aderisce a questa ideologia che dice no agli aiuti di un alleato, che in altrettanto modo sdegna gli aiuti dall'entità che li rilascia. È un vortice insignificante che però nasconde delle pericolose insidie: dai pericoli di uscita dall'Unione Europea a quello di rimanere tremendamente isolati in un mondo che si sta espandendo sempre di più, con delle superpotenze quali gli Stati Uniti, la Cina e la Russia. Un'Unione Europea che perde pezzi e che ha al suo interno un'ideologia che si contraddice al momento del bisogno, risulta un avversario nei mercati che perde di credibilità. Il sovranismo deve finire. A prevalere deve essere il sentimento comune dell'Unione Europea che deve però creare le condizioni per fare sì che ciascuno stato conservi determinati principi che si modellino in base alle necessità di ogni paese. D'altronde, "Prima gli Italiani, prima l'Italia" non è altro che un pericolo per l'Italia e gli italiani stessi. Non si lavora in funzione del paese, ma del proprio tornaconto personale.
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