Blog | Stiamo politicizzando la scienza e scientificizzando la politica
- Manuel De Maria
- 1 set 2021
- Tempo di lettura: 3 min

L'immagine che vedete sopra fa riferimento al periodo in cui, a Napoli, il colera era molto diffuso. Un gruppo di persone, probabilmente non più istruite di oggi, ma facenti affidamento ad una medicina che, al tempo, non era la stessa di oggi a livello di progresso scientifico e tecnologico, chiedono a gran voce un vaccino. Era il 1973
Di seguito trovate un'immagine di questi giorni. L'articolo comincia subito dopo.

La certificazione verde, il simbolo matematico dell'uguale, una svastica facente riferimento al regime nazista. La società di oggi è costretta a confrontarsi con questo per poter andare avanti. Falliscono tutti: scienziati e politici, perché sembra che i secondi pensano di potersi sostituire ai primi e dare giudizi e opinioni che dovrebbero invece proferire solo i primi. Quest'ultimi, d'altro canto, hanno perso quel senso di autorevolezza che serve, invece, per potersi imporre sulla politica. C'è uno scambio di ruoli che nuoce al popolo.
Per altro non mi riferisco neanche al periodo caldo e difficile che stiamo attraversando. Già da tempo, infatti, l'infiltrazione della politica nel campo scientifico ha portato qualche, forse anche più, problema. Non si segue più il senso della scienza ma il consenso della politica. Già dall'inizio della pandemia, quando si chiedeva da un giorno ad un altro di aprire e chiudere, come se un politico senza dati scientifici avessi facoltà e potere di poter prendere delle decisioni. Il CTS, oggi, è un organo che non è sufficientemente rispettato e che, sfortunatamente, non è adeguatamente ascoltato. Anche perché poi, soprattutto oggi, ognuno dice la sua e ognuno pensa di dirla giusta. Abbiamo bisogno di un ridimensionamento.
Lo Stato, cari amici, non vuole il nostro male. Mi sembra inutile pure spiegarlo. Eppure ad una scienza che mi dice di indossare la mascherina, il leader del primo partito in Italia risponde facendo selfie in un bagno di folla, senza la mascherina.
La parte decisamente critica arriva poi con il vaccino, quando se ne fa un fattore politico (e non è neppure così sbagliato, quando si tratta di dar l'esempio). Eppure si è visto un lento degrado mediatico (reti Mediaset in primis) dove scienziati più o meno affermati dicevano la loro, dove una buona percentuale di popolazione si vaccinana non perché lo dice la scienza, ma perché lo faceva il proprio leader.
Si arriverà (se già non lo si è fatto) ad un cortocircuito di contraddizioni (gravi) perché quello che sta succedendo oggi è causato dalla grande confusione che regna sovrana: la scienza è una materia esatta, o quasi. La politica NO. E se è vero che una non può fare a meno dell'altra, è vero anche che una NON può (né deve) sostituire l'altra.
Oggi, 1 Settembre scatteranno le nuove regolamentazioni per l'utilizzo della certificazione verde e masse di no vax e organizzazioni neofasciste stanno già preparando tutto per un assalto alle stazioni per protestare (illegalmente, visto il tentativo di interruzione di pubblico servizio). Insostenibili sono anche le minacce di morte al Ministro Di Maio. Siamo arrivati al punto decisamente rischioso di mescolare scienza e politica, di parlare di "dittatura sanitaria", quando in realtà la situazione creatasi ha poco a che vedere con le dittature. E chi parla a sproposito, dicendo che l'Italia è un paese democratico che ti obbliga a fare il vaccino (falso!) è solamente una persona che fa dello sproloquio il suo cavallo di battaglia. Il messaggio della campagna vaccinale della politica fallice clamorosamente qui: a 19 mesi dall'inizio della pandemia, c'è chi ancora spiega perché non fare il vaccino, se farlo o meno sia giusto o sbagliato, invece che spiegare perché si debba fare. Coloro che dovrebbero essere i nostri rappresentanti (esecutivo escluso) non si prende carico della responsabilità di difendere ad ogni costo il vaccino per il trend nei sondaggi. Perché la politica conta più della medicina. Perché la politica è una scienza inesatta, mentre la medicina è una scienza esatta.
E non è pensabile continuare con il classico "Io non mi vaccino perché...". Non tutti abbiamo le competenze per parlare a proposito di vaccini ma ci permettiamo di farlo dal divano di casa, dalla sedia dell'ufficio o dalla postazione del carrello ambulante in strada. Vaccinarsi è giusto ed è indispensabile. Ciò su cui possiamo noi tutti dibattere è se una legge è corretta o meno. Non se un vaccino è sicuro o no.
Lasciamo le affermazioni a coloro che ne hanno le competenze e diveniamo portatori di un messaggio oggettivo ed indubbiamente giusto. Ciò che dice la scienza è giusto e non opinabile. Ciò che dice la politica, invece, non deve essere sacro.
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