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Grillo e quelle parole d'orrore sullo stupro

  • Immagine del redattore: Manuel De Maria
    Manuel De Maria
  • 22 apr 2021
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 9 lug 2021

A distanza di qualche giorno dalle dichiarazioni (pessime) di Grillo sulla vicende che vede coinvolto il figlio Ciro, gli animi non si sono placati, anzi: anche la famiglia della ragazza è emersa dal silenzio

In origine era Ciro Grillo con altri tre amici in una "normalissima" serata al Bilionaire, rincasati poi nella villa del padre. I ragazzi erano in compagnia di due ragazze, una delle quali 19enne. Quella sera, per quanto racconta la ragazza, i quattro ragazzi la costrinsero a bere alcolici, avendo dunque dei rapporti non consensienti e, a quanto si apprende, forzati. Questa la vicenda, con Ciro Grillo e gli amici che, ovviamente, smentiscono tutto e con una denuncia pervenuta dopo 10 giorni alla Procura di Milano.

Se fino ad ora questa vicenda non era venuta è galla, sostanzialmente, è perché fino ad ora proprio la Procura stava indagando con i dovuti accertamenti (i cellulari dei ragazzi sono stati sequestrati).

Perché, allora, la storia sta prendendo piede nella cronaca italiana? Per il video (che trovate sotto) del padre di Ciro, il comico e leader 5S Beppe Grillo. (Crediti Rai)

Questo video ha suscitato l'ira dell'opinione pubblica per una serie di motivi. Il comico prende le difese del figlio, partendo sulla difensiva: "Perché non li avete arrestati? Ce li avrei portati io in galera, a calci nel culo". "Caro" Beppe, ti rispondo io: benché tuo figlio sia solo accusato di stupro, al momento non è condannato. Questa tua svolta dal garantismo (i 5Stelle hanno sempre rivendicato il lavoro della magistratura) al giustizialismo di Grillo è tanto opportunustica quanto disgustosa. Sia chiaro: questo video è preparato, confezionato per essere pubblicato e creato proprio per un pubblico di spettatori, tale da creare un certo sgomento e, forse, per portare acqua al mulino proprio con queste parole.

Ma il peggio viene dopo. Beppe Grillo rivendica l'innocenza del figlio perché la ragazza, ripeto, ai tempi 19enne, si reca in Procura 8 giorni dopo dal fatto ("Non vi sembra strano? E' strano!), sottointendendo che in quella settimana e poco più, la ragazza avesse continuato a vivere la sua vita come se niente fosse. "Caro" Beppe, mi preme anche in questo caso sottolineare una cosa. Il tempo che passa dallo stupro alla denuncia, spesso e purtroppo, è decisamente più lungo di 8 giorni. A volte passano mesi, altre volte anni, altre volte invece prevale il silenzio. Non è il tempo che passa (o quello che succede in mezzo) che scagiona dei ragazzi.

E da qui è nato anche il caso politico, con reazioni avverse da tutti i lati del Parlamento. Letta definisce queste parole "inaccettabili", dalla storia di Federica Daga, la deputata proprio del M5S, fino a Matteo Salvini. Anche Giuseppe Conte, benché più pacato, ha preso le distanze dal comico. Queste parole sono inaccettabili, sono un insulto a chi lo stupro l'ha vissuto, l'ha subito e non l'ha denunciato o chi lo ha fatto dopo tempo. E' un insulto per tutte le donne che hanno dovuto convivere con un trauma, che lo stanno attraversando o che lo hanno superato. "Caro" Beppe, così facendo sminuisci, ridicolizzi e annulli il dolore e l'orrore che una ragazza ha provato. Le tue parole fanno orrore proprio come il gesto, se non di più. E' inaccettabile che un episodio del genere venga giustificato con tanta superficialità, con tanta leggerezza, cercando di scagionare il figlio "perché c'è un video [...] sono 4 coglioni, non 4 stupratori".

Il video teatrale che il comico ha messo su, fra urla, gesti e assunzioni di colpe ("Arrestate anche me") ha del ridicolo e crea senza ombra di dubbio indignazione e dolore, anche tra i genitori della giovane che, ad Adnkronos, dichiarano "Siamo distrutti. Il tentativo di fare spettacolo sulla pelle altrui è una farsa ripugnante".

Sai, "caro" Beppe, eticamente in carcere dovresti andarci davvero solo per aver sminuito un problema così grande che affligge le donne da anni e anni. E tuo figlio, finché non sarà condannato, sarà pure innocente. Ma se solo si rivelasse davvero uno stupratore, meriterebbe, da buon giustizialista quale sei diventato, una condanna severa, duratura. Uno stupro non è uno scherzo, uno stupro è violenza e orrore proprio come le tue parole.

Sono contento che nessuno, indipendentemente dai colori politici, si sia schierato dalla tua parte (Di Battista non fa testo). Tutti ti condanniamo, moralmente. Tutti ci vergognamo per te.

Vergogna. Schifo.


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